LE TROIANE – NOTE DI REGIA
Le donne troiane, in un’alba livida, si trovano in attesa di essere tirate a sorte dai vincitori greci. L’attesa è estenuante dopo giorni di torture e violenze nel fisico, e ancor peggio nell’anima, che lasceranno in loro segni indelebili.
Il luogo in cui si trovano le poverette non importa quale sia: è una spiaggia bagnata dal mare rosso di sangue troiano? E’ un magazzino preposto al contenimento di esseri umani in attesa della deportazione? Non importa, è comunque un luogo di smistamento, un luogo/non-luogo che fa da cornice all’ennesima ingiustizia perpetrata a danno degli indifesi.
Le donne troiane, con negli occhi e nella mente ancora vivi i momenti della tragedia, aspettano il loro turno; aspettano di sapere quale sarà la loro sorte: saranno uccise? Verranno destinate schiave a qualche spietato padrone? Verranno destinate concubine? La loro sorte comunque le porterà ad una morte dell’anima. Morte rappresentata da sacchi da cadaveri, nei quali saranno “stoccate” una dopo l’altra, appesi ad una struttura tanto imponente quanto decomposta, a voler evocare le colonne di un tempio del dolore.
Un testo scritto nel 415 a.C. ma ancora tristemente attuale:
la fitta trama di soprusi, violenze psicologiche e vessazioni compiute dai vincitori verso l’universo femminile è pronta a travalicare la classicità fino a giungere dritta ai giorni nostri.
Nulla sembra essere cambiato nel corso dei millenni.
Francesco Boschiero
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