FAI LA BRAVA! – RECENSIONI
Fai la brava, la maternità tra luci e ombre
Uno spettacolo teatrale che parla delle difficoltà di una neomamma. E di quanto contino, nel bene e nel male, le persone che le stanno attorno
È andato in scena per la prima volta nel 2018, in occasione della Settimana Mondiale dell’Allattamento, al Teatro di Treviso. È la storia di una donna che si trova ad affrontare le emozioni, i dubbi, le paure comuni a ogni neomamma. Una storia con due finali diversi, perché due sono le situazioni raccontate. Nella prima la neomamma non riesce a seguire il suo istinto e perde fiducia nelle proprie competenze. A causa della mole di consigli non richiesti, pregiudizi, critiche, che le viene riversata addosso da parte di parenti, amici, conoscenti e operatori della salute. Sul palco vediamo una mamma triste, amareggiata, in grande difficoltà.
Nella seconda parte, la neomamma viene incoraggiata e sostenuta da tutte le persone che la circondano e… tutto cambia. Le difficoltà iniziali vengono superate, l’allattamento decolla, l’intesa con la bimba viene trovata. Uno spettacolo coinvolgente, che tocca nel profondo, fa commuovere e, soprattutto, chiarisce senza possibilità di dubbio quanto sia importante l’atteggiamento di chi è accanto alla mamma in un momento vulnerabile e delicato come quello della gravidanza e del puerperio.
Il teatro, per condividere emozioni ed esperienze
“Fai la brava” nasce da due mamme, Roberta Donà e Sonia Sferragatta. Attrici e autrici, con in comune la passione per il teatro e l’interesse per il mondo della maternità. “Ci siamo conosciute proprio grazie al teatro molti anni fa. Poi ci siamo perse di vista e dopo una decina di anni ci siamo ritrovate frequentando gli stessi gruppi di mamme”, racconta Sonia Donà. Nel 2018 Sonia e Roberta partecipano a un corso per diventare peer supporter e aiutare altre mamme ad allattare. Forti della loro esperienza e delle tante nozioni acquisite sulla maternità, sentono il desiderio di divulgare queste conoscenze, di farle conoscere il più possibile.
“La domanda era: come?”, ricorda Roberta Sferragatta. “Ed è così che è nata la pagina facebook MammaGatta, uno spazio dove condividere informazioni ed esperienze. Era un primo passo, ma sentivamo che non era sufficiente. Poi abbiamo visto uno spettacolo teatrale dedicato al parto in casa e da lì… ecco l’idea. Si poteva parlare di competenze materne, allattamento e sostegno alle madri usando un altro linguaggio, quello teatrale”.
Quando l’arte veicola un messaggio importante
Una volta messo a fuoco l’obiettivo, tutto procede rapidamente. Il testo viene scritto a quattro mani, confrontandosi mentre i bambini dormono. E la Compagnia Teatrale Arte Povera sposa il progetto con entusiasmo. “Credo che l’arte e, nel nostro caso il teatro, debbano servire alla comunità”, commenta il regista Francesco Boschiero. “Per questo cerco testi che comunichino un messaggio importante, che siano utili per gli spettatori. Questo spettacolo, che mette in scena le vicende di una mamma, un’anima fragile, assediata da consigli non richiesti e opinioni contrastanti, può far capire come sarebbe opportuno approcciarsi a dei futuri e neogenitori, per essere loro di aiuto”.
“Il messaggio dello spettacolo è duplice”, spiega Roberta Donà. “Da una parte si incoraggiano le madri ad ascoltarsi e fidarsi del proprio istinto. Dall’altra si sottolinea l’importanza del sostegno alle mamme”. “Ci auguriamo che possa servire a nonni, vicini di casa, negozianti… per capire quanto una parola detta – o non detta – possa fare la differenza in un momento di grande vulnerabilità. In cui una donna si trova già a fare i conti con tanti dubbi e paure”, sottolinea Sonia Sferragatta. “Una frase incoraggiante, una pacca sulla spalla… possono essere di grande aiuto”.
Future e neomamme, c’è bisogno di sostegno
Le mamme non hanno bisogno di giudizi e opinioni non richieste. Hanno bisogno di sostegno, incoraggiamento e rispetto. Un messaggio che “Fai la brava” trasmette al pubblico. Grazie ai dialoghi decisamente azzeccati e a una toccante interpretazione, esaltata da una regia volutamente minimalista. “Tra le scelte simboliche, quella delle candele accese sul palco, che rappresentano i sogni, le energie, l’entusiasmo della neomamma”, spiega il regista. “Candele che via via si spengono, a causa delle interferenze della società. E che si riaccendono nella seconda parte dello spettacolo quando la mamma riceve un sostegno adeguato, ascolta il suo corpo, si fida del proprio istinto”.
A cambiare sul palco è anche la collocazione degli attori. “Nella prima parte i personaggi che sparano sentenza senza interessarsi ai pensieri e ai desideri della mamma sono posti più in alto rispetto a lei”, sottolinea Francesco Boschiero. “Nella seconda, quando gli interlocutori si mettono in ascolto e il dialogo è improntato al rispetto reciproco, sono collocati sullo stesso piano della mamma”.
Mamme all’altezza e bambini bravi?
Come mai il titolo “Fai la brava”? “Il riferimento è duplice” spiega Sonia Sferragatta. “Da una parte c’è la mamma che subisce la pressione della società e sente di dover essere all’altezza delle aspettative proprie e altrui. Dall’altra ci sono le aspettative nei confronti del neonato, in questo caso una bimba, che nell’immaginario comune dovrebbe fare la brava”. Sì, perchè anche le aspettative distorte che riguardano i neonati pesano. Spesso la ricerca del contatto, la richiesta di stare in braccio o di attaccarsi al seno spesso, vengono interpretati come “vizi”. Quando si tratta della normalità. Tutti i bimbi hanno bisogno di vicinanza e rassicurazione, si tratta di esigenze fisiologiche e la risposta amorevole dei genitori è importante per favorire una crescita serena.
di Giorgia Cozza
Compagnia Arte Povera
Cod. Fisc. : 94106100269
Partita IVA: 04075520264
contatti
Sede Op: Levada (PD)
Tel.: 340 14 81 189
e-mail: info@arte-povera.it
Social
Facebook: facebook.com/assc.artepovera